Joseph Beuys nasce a Krefeld in Germania nel 1921. Partecipa come pilota all’offensiva nazista contro i russi ed il suo aereo viene abbattuto in Crimea. Beuys moribondo viene salvato da un gruppo di tartari nomadi che lo curano avvolgendolo in grasso e feltro. Da qui Beuys sperimenta una rinascita spirituale definita “sciamanica”.
Finita la guerra, studia arte diplomandosi nel 1952 alla Staatliche Kunstakademie di Düsseldorf dove poi ottiene la cattedra di scultura monumental. Nel 1972 viene licenziato per aver organizzato uno sciopero. Diventa uno dei membri più attivi di Fluxus indagando il senso dell’arte in relazione alla sua fruizione sociale. Da qui il motto “ogni uomo è un artista” che riafferma il concetto di “arte totale”.
La sua produzione artistica è caraterizzata da materiali e oggetti poveri come feltro, legno, acciaio, juta e oggetti d’uso comune, come torce elettriche, slitte, telefoni, bidoni, pacchi di farina. Oggetti con un profondo valore simbolico ed autobiografico.
Beuys partecipa alla Documenta Kassel nel 1964, 1968, 1972, 1977, 1982 ed alla Biennale di Venezia nel 1976 e nel 1980. La consacrazione internazionale dell’artista è nel 1979 quando il Guggeheim Museum di New York gli dedica una grande retrospettiva. Partecipa alla fondazione di movimenti politici tra cui la Free International University for Creativity and Interdisciplinary Research, il Partito dei Verdi in Germania e l’Organizzazione per la democrazia diretta.
Nel 1978 viene eletto membro della Akademie der Kunst di Berlino e nel 1980 membro della Royal Academy of Fine Arts di Stoccolma. Joseph Beuys si spegne a Düsseldorf nel 1986.